Chi è Lorenzo Fontana: il presidente della Camera che viene dal Medioevo

2022-10-22 19:27:12 By : Ms. Vivian lee

Antiabortista convinto, nemico giurato di unioni civili e matrimoni gay. La terza carica dello Stato è un attivista dei movimenti pro life, che esultano per la sua elezione

«Non conoscono la differenza tra un maschio e una femmina ma vogliono farci credere che un feto non sia un bambino». Firmato Jacopo Coghe, padre di cinque figli, portavoce dell’associazione Pro Vita & Famiglia, tra i fondatori e organizzatori del Family Day. «Auguri di buon lavoro a Lorenzo Fontana. Ha sempre dimostrato affidabilità e competenza, avendo a cuore i principi non negoziabili: vita, famiglia, libertà educativa e tutela della disabilità. Confido nel suo impegno per la promozione del bene comune anche nel suo nuovo incarico». Fotografie di feti, la violenza di uno stupro equiparata alla violenza di un aborto, difesa dei diritti del nascituro sin dal concepimento, sepoltura di prodotti abortiti sotto le 28 settimane con o senza consenso dei genitori. Il popolo dei pro life è sbarcato in Parlamento e il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, è uno di loro.

Sui social è apoteosi di festeggiamenti. «Nessuna legge è eterna, soprattutto se iniqua come la 194». Spazio a meme ironici: «Keep calm and RECITATE 50 AVE MARIA» seguito dall’hashtag #FontanaPresidente. Insomma se stessimo facendo la cronaca di una partita calcistica definiremmo i toni social di Coghe e del popolo pro life, tifo da stadio.

Lorenzo Fontana, classe 1980, veronese. Ex parlamentare europeo e ministro della Famiglia nel governo Conte I, è vicesegretario della Lega: tra fede cattolica e difesa della famiglia, si è più volte dichiarato pubblicamente contro l’aborto. Anche contro molte altre cose, tipo unioni civili e matrimoni gay, ma mi concentrerò sull’aborto in questo affresco politico della nuova terza carica dello Stato. Nessuno vuole toccare la Legge 194 è stato il mantra della campagna elettorale, i diritti delle donne non sono a rischio, ha ripetuto più volte anche Giorgia Meloni. Anzi! Vogliamo rafforzarli e dare alle donne che abortiscono la possibilità di non farlo. Come? Fornendo aiuti economici. Le donne, a quanto pare, abortiscono solo per questo motivo. Vedremo, forse gli sportelli pro life negli ospedali offriranno posti di lavoro o cospicui assegni di sostegno.

Lorenzo Fontana non è una nomina casuale, così come non è casuale che a poche ore dall’insediamento del nuovo Parlamento, il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri abbia depositato tre disegni di legge. Nulla di nuovo, ma chissà, è cambiata l’aria, magari uno di questi ce la farà a vedere la luce con una maggioranza diversa. Primo ddl: Modifica alla legge 19 febbraio 2004, n. 40, in materia di reato di «surrogazione di maternità commesso all’estero». Secondo: «Modifica dell’articolo 1 del codice civile in materia di riconoscimento della capacità giuridica del concepito». Terzo: «Istituzione della Giornata della vita del nascente». È Gasparri stesso a non prendersi troppo sul serio, spiegando ai giornalisti che lo incalzano, che sono solo tre proposte bandiera, ma l’aria è cambiata si sente e magari con una calendarizzazione più attenta a questi disegni di legge e un indirizzo governativo nuovo…  Il colpo di mano su qualcosa potrebbe riuscire.

Sulla sedia della terza carica dello Stato, siede un convinto sostenitore dei movimenti pro life. Anzi un attivista stesso pro life. Quindi non le liquiderei proprio come disegni di legge bandiera. Capacità giuridica sin dal momento del concepimento, significa sin dall’istante in cui si verifica l’unione tra lo spermatozoo, la cellula sessuale maschile, e l’ovulo, la cellula sessuale femminile. Aborto, dunque, uguale omicidio. Non sarà mai legge? Serve solo a tenere a bada i più fomentati in tale senso? Nel dubbio, se fossi nell’opposizione, nella società civile, non dormirei sonni tranquilli. C’è anche il senatore neo rieletto Luca De Carlo, tra i confermati di Fratelli d’Italia. Una vecchia conoscenza di TPI . Primo firmatario nella precedente legislatura di una proposta sull’obbligo della sepoltura dei feti: «Disposizioni in materia di sepoltura dei bambini non nati», in cui si legge, come finalità perseguita: «Il presente disegno di legge è volto, a colmare questa carenza, introducendo disposizioni che, con specifico riferimento ai bambini non nati di età inferiore a ventotto settimane, prevedono il riconoscimento del diritto alla sepoltura, non solo in presenza della formale richiesta dei genitori, ma anche laddove questa risulti mancante». Cioè, quindi, anche senza il consenso.

«La proposta non è mai stata incardinata in commissione», mi disse un mese fa quando gli chiesi conto di questo suo orientamento politico. «Evidentemente alla maggioranza non interessava». E a questa? Evidentemente sì. Gli feci notare che a destare sconcerto per me era soprattutto il passaggio del suo ddl: «anche non in presenza formale della richiesta dei genitori». Rispose: «Se a lei sembra normale che una vita venga smaltita come un rifiuto speciale va bene, a me no. Io credo che sia vita pure sotto le 28 settimane. Una donna che decide per ‘x’ motivi, forzata, di interrompere la gravidanza, avrà il diritto di poterlo fare e il feto avrà il diritto di essere seppellito».

Chissà perché le donne che abortiscono nelle dichiarazioni dei pro life sono sempre “costrette”, “forzate”, “mosse da ragioni economiche”. Dello stesso parere anche molti altri eletti nella nuova maggioranza. La lista dei nomi è lunga. Grazia Di Maggio (FdI), convinta antiabortista: «Un feto non è un esserino capitato per caso nell’utero: è un essere umano che ha diritto ad esistere ma che non ha ancora la possibilità di scegliere». Paolo Inselvini 28 anni (FdI), bresciano, negazionista del diritto all’aborto», ama definirsi. «Un grande passo verso il riconoscimento della piena dignità umana del nascituro, la sentenza nega il fatto che l’aborto sia un fantomatico “diritto”. La nostra battaglia continua, oggi più che mai, nulla è perduto», scrisse sui social lo scorso 24 giugno, commentando la sentenza della Corte Suprema americana sull’aborto. Lorenzo Malagola (FdI), 39 anni, promotore di “Famiglia e natalità” uno degli incontri realizzati all’Aquila insieme a Jacopo Coghe di Pro Vita & Famiglia. E ancora Isabella Rauti, Lavinia Mennuni, Eugenia Roccela, Maddalena Morgante. I rappresentanti del movimento pro life sono dunque sbarcati in Parlamento e non sono solo in Fratelli d’Italia, sono trasversali, anche nella Lega e in Forza Italia. Ma Fontana è il simbolo, un segnale chiaro a questo elettorato.

Proviamo a fare un passo indietro, al 2019, andiamo a Verona al Primo Congresso della Famiglia che vide tra i promotori proprio il nuovo Presidente della Camera Lorenzo Fontana. Non avrete mica dimenticato il gadget che venne distribuito ai partecipanti? I portachiavi a forma di feto. E i militanti di Forza Nuova che raccoglievano firme per l’abrogazione della legge 194? Si disse all’epoca che l’iniziativa di Forza Nuova non era in nessun modo riconducibile al World Congress of Families o ai suoi organizzatori. Ma intanto Luca Castellini e Pietro Amedeo – il primo responsabile per il Nord Italia di Forza Nuova, il secondo coordinatore veronese – erano regolarmente accreditati.

E comunque si sentivano a casa. Di certo non avrebbero montato un banchetto davanti alla Cgil per raccogliere firme contro la legge 194. Quella al massimo si assalta. Lorenzo Fontana nel 2019 era ministro della Famiglia. Nel Governo Conte I si litigò molto per la partecipazione anche di Salvini al Congresso e soprattutto per la scelta dell’ex premier Giuseppe Conte di ritirare il patrocinio al Wcf, patrocinio invece concesso dal ministro Lorenzo Fontana, «di sua iniziativa – scrisse Conte – nell’ambito delle sue proprie prerogative, senza il mio personale coinvolgimento né quello collegiale del governo».

Fontana comunque su questo è sempre stato coerente, gli va riconosciuto. Si è sempre dichiarato contro l’aborto, «la prima causa di femminicidio nel mondo», come recitava il testo di un discutibile cartellone pro life affisso per le strade. «Restringere il diritto all’aborto è un tema che nel Contratto (di governo, ndr) non c’è, credo anche che nella maggioranza non esista una sensibilità di questo tipo. Purtroppo, a mio modo di vedere» aggiunse. Era il 2 giugno 2018. «Se non si rispetta la vita dal concepimento alla fine naturale, si arriva ad aberrazioni». Sull’aborto, anche lui ha sempre manifestato una convinzione: «In molti casi è per una preoccupazione economica che alcune donne decidono di non avere figli. Mi piacerebbe che lo Stato fosse più vicino a queste donne per far capire loro che, nel dubbio, un figlio è meglio farlo». E ancora: «Voglio intervenire per potenziare i consultori così da cercare di dissuadere le donne ad abortire». Poi precisamente non so cosa sia successo: perchè gli aborti costantemente diminuiscono, ma le nascite non aumentano, anzi siamo ai minimi storici. Deve essere andato storto qualcosa nell’equazione aborto uguale denatalità.

La kermesse di Verona fu un grande evento transnazionale di matrice sovranista. L’International Organization for the Family (Iof), da cui parte tutto, è una lobby statunitense che raduna sigle pro-life, attivisti anti-aborto e movimenti che si oppongono alle coppie gay, al divorzio e all’emancipazione della donna. Sono molto forti nell’Europa dell’Est: se non andasse più di moda, direbbero anche oggi di sentirsi in sintonia su questi temi anche in Russia. Verona fu un evento catalizzatore per tanti personaggi dell’estrema destra europea e mondiale. In quei giorni di marzo del 2019 a fare gli onori di casa, insieme agli ultrà cattolici Massimo Gandolfini, Toni Brandi e Jacopo Coghe, organizzatori degli ultimi Family Day, c’era proprio il presidente della Camera Lorenzo Fontana. Mentre il telefono di Coghe, Gandolfini, Brandi e delle loro rispettive associazioni, squilla, senza che loro rispondano, provo a sondare anche altre realtà pro life.

Pronto Andrea Mazzi, un commento sull’elezione di Lorenzo Fontana a Presidente della Camera? «Deve chiamare l’ufficio stampa». Sì, ma lei è il referente del Servizio Maternità Difficile e Vita, con il compito «di coordinare le iniziative della Comunità Papa Giovanni XXIII verso la difesa del bambino non ancora nato, l’essere umano più povero e indifeso, la fase della vita umana più a rischio», c’è scritto sul vostro sito. Niente da fare. L’ufficio stampa alla fine mi fa sapere che preferiscono non caratterizzarsi politicamente, meglio intervenire sulle singole proposte quando l’attività del Parlamento entrerà nel vivo.

Intanto però l’entusiasmo dei pro life si può cogliere dai toni dei comunicati stampa o dei post social. «Vive felicitazioni al neo eletto Presidente della Camera Lorenzo Fontana, iscritto al nostro comitato dal 28-5-2011 (raccolsi personalmente la sua iscrizione a Desenzano)». Firmato avvocato Pietro Guerini, presidente nazionale Comitato no194. «Il nuovo Presidente della Camera dei Deputati non poteva essere persona più vicina alle nostre battaglie culturali e politiche (…) incoraggiandolo a garantire e dare rilievo istituzionale alla promozione del bene comune anche nel suo nuovo, alto incarico». Ancora Jacopo Coghe sempre nella veste di portavoce di Pro Vita & Famiglia Onlus, quelli – tra le altre cose – protagonisti in campagna elettorale del no ai “cartoni gay” sulla Rai e PeppaPig. Ma soprattutto i membri della Onlus sono coloro che agli inizi di settembre hanno condiviso un meme fotografico (a mio avviso vergognoso) con due ecografie una accanto all’altra e sopra la scritta: «Quale dei due è stato concepito in uno stupro?». Il tutto accompagnato da questo un post: «Come si può credere che dopo un terribile atto di violenza come lo stupro, sia giusto commetterne un secondo uccidendo un bambino innocente mai nato».

Pronto, Don Gagliardini, ma lei poi alla fine partecipò al Congresso delle Famiglie di Verona nel 2019? «Sì, certo, feci anche una bellissima relazione da quel palco». Don Gagliardini è presidente dell’associazione Difendiamo la vita con Maria, una Onlus di Novara, tra le prime in Italia ad avviare la pratica di stringere accordi con le aziende ospedaliere e i Comuni per seppellire i prodotti abortivi. È l’unico che si concede al confronto. La pensiamo diversamente, ma padre Gagliardini fissa paletti senza eccedere mai nei toni. Dica la verità, hanno eletto uno dei vostri… «Ma no, la difesa della vita è trasversale, chi può negarne l’importanza?». Non è trasversale, se intesa sin dal concepimento. È l’inizio di un cambio di passo sui diritti civili? «Chi è al servizio della nazione porta la sua cultura, il suo impegno ma tutti mi auguro siano attenti alla vita».

Diplomatico, insisto: «Sin dal concepimento», questo è lo spartiacque, non nascondiamoci. Fontana è uguale a Boldrini? «La 194 mi auguro sia applicata nella sua identità originale che si inchina al rispetto della vita nascente». Beh beh, non si inchina nessuno, ma certamente la 194 riconosce una serie di circostanze che danno diritto alla donna di avere l’ultima parola. «L’aborto volontario senza nessun motivo è difficile da giustificare». In che senso? «Non è che perché il feto non ha voce non ha diritto di esprimersi». E quindi l’elezione di Lorenzo Fontana è garanzia che ci sarà orientamento politico in questo senso? «Che ci sarà un’attenzione alla tutela del concepito. Se un feto è gravemente malformato, la madre rischia per la sua stessa vita, per questo c’è l’aborto terapeutico. È giusto salvare la vita della madre se è a rischio. Dire però che una persona concepita non ha diritto a vivere… boh, non so, bisogna portare delle motivazioni, io non so dove si possono trovare. Se Fontana sarà così convincente da far capire a tutti che la vita è un bene primario… Sarà il presidente di tutti». Vabbè, glielo chiedo ancora: meglio Fontana che Boldrini? «Non mi faccia esprimere un giudizio politico, non mi interessa, però lo può immaginare».