Risultati e medaglie Italia ai Mondiali di ciclismo su pista 2022 e Medagliere complessivo

2022-10-22 19:12:25 By : Ms. King Ding

La squadra italiana di ciclismo su pista ha chiuso l'avventura su quello che sarà l'anello Olimpico di Parigi 2024, con il bottino di 7 medaglie e il secondo posto nel medagliere iridato, dietro i Paesi Bassi. Ecco tutti i podi dell'Italia del pedale ai Mondiali su pista di St Quentin-en-Yvelines 2022.

L'Italia del pedale conclude la sua spedizione mondiale sulla pista Olimpica di Parigi 2024 con 7 podi, di cui 4 ori e 3 argenti, e il secondo posto nel medagliere complessivo della rassegna, dietro all'Olanda (4,4,2) e davanti alla Francia (3,3,1).

Dopo il 7mo posto nell’omnium di ieri, 15 ottobre (l'unica giornata senza medaglie per l'Italia), Elia Viviani regala un oro meraviglioso nell'eliminazione, la gara a cui arrivava da Campione iridato ed europeo in carica.

È stata una prova in cui il veronese ha espresso tutta la consumata esperienza e talento nelle situazioni tipiche dell'eliminazione, con una prima parte condotta in controllo nonostante la grande tensione in pista - e vari contatti tra i pistard - e una parte finale in cui è stato letteralmente incontenibile: nei tre sprint di chiusura non ha sbagliato una mossa, attaccando il neozelandese Corbin Strong nel penultimo rettilineo e lasciandoselo definitivamente alle spalle per la medaglia d'argento. Bronzo per il britannico Ethan Vernon.

Viviani racconta come ha vissuto la corsa, compresi i momenti concitati che lo hanno anche costretto a cambiare bici durante la gara:

"Non so se la bici avesse qualcosa, ma non potevo rischiare più perchè la mia corsa sarebbe finita. E' stato un mondiale più duro rispetto allo scorso anno, dove ho evitato anche un'altra caduta per pochissimo. Questa era la mia corsa, non potevo sbagliare".

"Volevo guadagnare in rettilineo, perchè la mia impressione era che in curva non si riuscisse a passare. Per questa ragione ho anticipato lo sprint, sorprendendo Strong. `È andata come pensavo. Finire così la stagione è veramente bello, volevo chiudere con una medaglia". (Federciclismo.it).

"La stagione su strada è stata negativa, avrei dovuto vincere delle corse di prima fascia, ma ci lavorerò. Ora ripartiamo da questa pista con obiettivo Parigi 2024, l'Italia conta su un grande gruppo": questo il bilancio del pistard azzurro, a cui i compagni di squadra e gli amici accorsi a St. Quentin hanno organizzato in serata l'addio al celibato, date le prossime nozze con un'altra azzurra del pedale, Elena Cecchini.

È stata una serata memorabile per l'Italia, quella del 14 ottobre, sulla pista che ospiterà le prove Olimpiche del 2024: Filippo "Top" Ganna ha fermato il tempo del Vélodrome National per mettersi in tasca la prova iridata dell'inseguimento maschile in 3:59.636.

Un crono da extraterrestre, per la prima volta sotto i 4 minuti, che scrive il nome del pistard piemontese sui libri di storia: è suo il nuovo record del mondo e Ganna è se lo è conquistato con una gara doppiamente emozionante per i i colori italiani, in un tensta a testa con il giovanissimo compagno di squadra Jonathan Milan, che a 22 anni, è il vicecampione del mondo con il tempo di 4.03.790 che corrisponde alla sua migliore prestazione personale di sempre.

Entrambi gli azzurri sono giá con una doppia medaglia al collo, dopo l'argento nell'inseguimento a squadre della giornata precedente.

Ganna ha abbassato di 3 decimi il record realizzato dallo statunitense Ashton Lambie, che proprio all'edizione iridata scorsa, di Roubaix 2021, aveva tolto al verbanese la gioia della maglia arcobaleno.

Emblematiche le parole del CT Marco Villa, appena dopo la gara dei suoi ragazzi: “Indimenticabile è la parola corretta. Sono felicissimo. Chiudiamo una settimana incredibile, iniziata con il record dell’ora e finita con un altro record sui 4.000 metri. Sono contento per Pippo e dispiaciuto per Jonathan, che non dimentichiamo ha chiuso in 4.03”, a 22 anni, e il futuro è suo”. Alcune dettagli sulla sfida: “Jonny è partito forte, non per nulla gli affidiamo anche le partenze nel quartetto, ma Pippo con l’esperienza ed il lavoro svolto negli anni ha saputo rimontare. Ricordo che per farlo ha dovuto battere il record del mondo” (federciclismo.it).

Si chiude col botto la seconda giornata per i colori italiani: l'Inno di Mameli risuona al Vélodrome National di St-Quentin-en-Yvelines grazie alla gara pazzesca del quartezzo azzurro femminile dell'inseguimento.

Guazzini, Consonni, Balsamo e Fidanza (subentrata per la finale, dopo essere stata sostituita al primo turno dalla brava Martina Alzini) hanno condotto una gara mostruosa e questa volta è la Gran Bretagna a dover cedere il gradino più alto del podio, con distacco.

Le azzurre sono state protagoniste di una gara magistrale, chiusa con con un secondo e mezzo di vantaggio sulle britanniche (4:11.369 il loro tempo) e il crono di 4:09.760 che vale anche il record italiano.

"Anche se ero nella qualifica e in finale ero a bordo pista, era come se avessi corso: ho perso tutta la voce, ho cercato di sostenere tutte le ragazze come potevo e mi hanno regalato un sogno!": così un'emozionatissima Alzini racconta come ha vissuto la gara delle compagne.

"Ho appena lasciato una maglia e adesso grazie a queste ragazze ne ho un'altra: è un sogno! Sono maglie diverse ma tutte e due raggiunte grazie alla squadra e a questo team", racconta invece Balsamo, che di maglie iridate se ne intende.

Arriva la seconda medalgia d'argento di giornata e a mettersela al collo è ancora lei: Rachele Barbieri, alla sua quinta medaglia stagionale, dopo le quattro conquistate agli Europei di Monaco 2022.

L'azzurra è stata barava a gestire tatticamente la gara: nella parte centrale si è ritrovata a dover controllare diverse eliminazioni da dietro, ma è stata capace di mettersi alle spalle la statunitense Jennifer Valente, che si è dovuta accontentare del bronzo. Questa volta a fare meglio di Barbieri è stata una grande Lotte Kopecky, la pistard belga al quarto oro mondiale in carriera.

Le parole della modenese: "È stata la mia eliminazione più bella di sempre. La tensione era tanta, perché sono venuta qua per correre il quartetto e invece mi sono trovata a fare questa corsa. Quando siamo rimaste in tre, l’stinto mi ha detto di attaccare e l’ho fatto, così ho messo in difficoltà la Valente. Oggi Lotte Kopecky era di un’altra categoria"

I campioni Olimpici guidati da Top Ganna si sono dovuti inchinare a una forte Gran Bretagna, cedendo il titolo iridato.

In serata, c'è stato un cambio last minute nel quartetto italiano, rispetto alle qualificazioni, con l'innesto di Simone Consonni (al posto di Francesco Lamon) tra Jonathan Milan e Manlio Moro, con Filippo Ganna a chiudere.

È stata una gara in cui gli azzurri non sono mai riusciti a mettere le ruote davanti ai britannici, rimanendo sempre intorno ai 3-4 decimi indietro: Ganna prova a rimontare, e negli ultimi 3000m è arrivato a ridurre la distanza fino ai 271 millesimi, senza però riuscire nell'impresa.

L'oro va alla Gran Bretagna, con il crono di 3:45.829, mentre l'Italia si prende l'argento in 3:46.033.

Avvio scoppiettante per l'Italia ai Mondiali su pista 2022: al primo giorno di gare è arrivata la prima medaglia azzurra - per di più d'oro. È stata la 122ma volta, in questa stagione, che un atleta della Federazione Ciclistica Italiana è salito sul podio.

Esordio iridato strepitoso e grandissima prova per Martina Fidanza, la Campionessa in carica di scratch (Roubaix 2021) che è scesa in pista a St. Quentin-en-Yvelines mettendosi dietro le spalle l'annata complicata, fatta di covid, ablazione cardiaca e frattura alle vertebre.

La pistard bergamasca ha tenuto una posizione defilata e molto tattica fino a 10 giri dalla fine, quando ha iniziato a risalire sul gruppo per poi esplodere in uno sprint che ha lasciato dietro tutte le contendenti.

Fidanza si è presa la medaglia d'oro, davanti all'olandese Maike Van Der Duin e alla britannica Jessica Roberts, che ha completato il podio.

"E' stata una gara che desideravo rivincere in un'annata difficilissima - racconta Fidanza trattenendo a stento le lacrime - Quest'anno ne ho passate di tutti i colori. Dopo aver vinto il mondiale 2021 (a Roubaix) ho avuto mio padre Giovanni in ospedale, poi il Covid e l'ablazione, la rottura delle vertebre oltre ad un periodo di malattia. Oggi è come tornare all'apice perchè le persone si dimenticano in fretta di quello che hai conquistato. Invece ho creduto tanto in me stessa e ringrazio chi mi è stato vicino: Le Fiamme Oro, la Nazionale, la squadra, la mia famiglia e il mio ragazzo": queste le parole della ventiduenne,che al termine della gara si è lasciata andare in un pianto liberatorio (federciclismo.it)