Quando Alessandro Mendini inventò il cavatappi più bello del mondo

2022-10-22 19:20:42 By : Mr. David Zhao

Il designer e architetto scomparso ieri creò Anna G. per Alessi, ispirato dall'atto di stappare una bottiglia "come un ballo rituale".

Con la modestia che appartiene ai grandi pensatori, Alessandro Mendini, morto ieri all'età di 87 anni, amava definirsi designer, architetto ma soprattutto “pasticcione”. Mendini ha continuato a disegnare fino all’ultimo giorno nel suo atelier di Porta Romana, a Milano. È qui che ha disegnato il cavatappi più celebre al mondo, per Alessi. Più che una storia di design, si tratta di una storia d'amore. Battezzato ufficialmente “Cavatappi Anna G.” evoca i ricordi dell’infanzia di Mendini, classe 1931, durante la quale giocava con i tappi di bottiglia.

“Quando mia nonna apriva una bottiglia di vino a tavola mi sembrava una performance o un ballo rituale: la testa girava, le braccia si alzavano e si abbassavano, infine il suono del sughero che stappava fuori dalla bottiglia invadeva la stanza”, spiegava Mendini al Financial Times nel 2016. Non è certo una sorpresa se il cavatappi disegnato per Alessi nel 1994 abbia preso le forme di un'elegante ballerina sorridente.

L’ex-direttore di Casabella e Domus ha inventato così un oggetto audace e iconico che ha venduto 20 mila esemplari l’anno del suo lancio e più di 1 milione e mezzo fino a oggi. Il cavatappi antropomorfo Anna G. rappresenta anche un tributo discreto alla designer e collaboratrice Anna Gili. Il segreto del designer milanese? “Un oggetto deve contenere un errore. Così lo si guarda con attenzione diversa, nasce un legame di sentimenti”, rivela a La Stampa nel 2017.

Nel 1976 a Milano, Alessandro Mendini ha creato con Adriana Guerriero il movimento artistico radicale Alchimia. Attraverso la sublimazione del tratto illustrato, delle cromie e delle geometrie sovvertite, esplose e fuori scala, Mendini rappresenta un protagonista d’eccezione dei movimenti radicali degli anni 70 milanesi, l’anima junghiana e sentimentale dello Studio Memphis, di Superstudio o di Archizoom. Sarà la cosa che ricorderemo sempre di Mendini, la gioia dell'errore, il metodo con cui va cercato ed esaltato.