Giro d’Italia, cinture, portachiavi e bracciali da copertoni usati: «Perché non si butta via niente» - CorrieredelVeneto.it

2022-10-22 19:15:08 By : Ms. AVA JIA

Luca Ponente e le sue cinture da copertoni

Da un piccolo laboratorio nella campagna veneziana, a Peseggia di Scorzè, l’artigianato veneto corre sui pedali dell’economia circolare fino in America : «Mio nonno era appassionato di ciclismo e teneva i copertoni delle biciclette: “No se buta via gnente ” mi diceva. Oggi sentiamo parlare di economia circolare e sostenibilità, ma il principio concreto sta in quelle sue parole », racconta Luca Potente, 37 anni da Gaggio di Marcon, che insieme al fratello Silvio, produce cinture, portachiavi, braccialetti, ma presto anche cinturini per gli orologi, recuperando il materiale dai copertoni delle biciclette . Nella domenica rosa del Giro d’Italia a Verona, lo incontriamo alla Loggia Vecchia di piazza dei Signori, salottino che ospita un mercatino di artigianato sostenibile. La storia parte, per caso, nel 2008 a Rotterdam, dove Luca è arrivato dopo aver girato per il mondo : «Dopo la maturità, non sapevo cosa fare, dissi a mia madre che mi sarei preso sei mesi sabbatici per schiarirmi un po’ le idee e viaggiare. Sono rimasto via nove anni».

L’idea pedalando in giro per il mondo

Da Dublino alla California, Luca viaggia portando con sé una vecchia bici da corsa , marca Chinetti: «Per spesarmi, mi son messo a fare il messenger facendo consegne in sella a quelle biciclette a scatto fisso che i copertoni li divorano. In America avevo acquistato una cintura di cuoio a un mercatino: arrivato a Rotterdam, si era però rotta. Tenni la fibia pensando di portarla a rifare una volta tornato a casa. C’era però un problema: senza cintura perdevo i pantaloni. Pedalando vedevo la ruota girare, “e perché non farla col copertone, sta cintura?” mi dissi. Detto, fatto . Tornato a casa, ho pensato a quanto mi ripeteva mio nonno: “no se buta via gnente ”; i copertoni erano sotto il letto e così io e mio fratello abbiamo iniziato a fare cinture nella casa del nonno a Peseggia col marchio Cycled ». Vanno per mercati, il prodotto piace; nel 2018 li scopre un fondo d’investimento svizzero che entra nel capitale col 20 per cento : «Era quello di cui avevamo bisogno per sviluppare il nostro progetto; nel 2019 partecipammo a una fiera di moda a Las Vegas e andò benissimo , tanto che pensammo persino di aprire un ufficio vendite negli Stati Uniti. Poi però è arrivato il Covid ».

Workshop sulla sostenibilità e nuovi progetti «green»

È solo una frenata, perché nell’era di sostenibilità e di economia circolare, il progetto gira veloce come una pedalata di Jai Hindley, la maglia rosa a Verona. Luca e Silvio li contattano grandi marchi di pneumatici come Continental e Michelin, loro vanno nelle università a spiegare cosa sia realmente l’economia circolare e tengono workshop sulla sostenibilità per i bambini . Al contempo, recuperano copertoni da un network di 350 officine in Veneto e li lavorano: «Stiamo mettendo a punto il modo per creare un rapporto diretto con l’utente: t u porti il tuo copertone in negozio, loro ce lo spediscono, noi lo lavoriamo e lo rispediamo ; a quel punto non ti resta che andare a ritirarlo in negozio. La nostra idea nasce dall’esigenza di convertire l’unica cosa che inquina in una bicicletta: il copertone». “No se buta via gnente ”, poi chiamatela pure sostenibilità o economia circolare, va benissimo così .

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